WhatsApp completamente bloccato in Cina

26 Settembre 201717 commenti

WhatsApp: l'applcazione di messaggistica più diffusa si arrende alla censura del governo cinese. Dopo Facebook e Instagram è toccato anche a Whatsapp.

La Cina ha una lunga tradizione di censura delle app e siti web che eludono i controlli del governo. Ricordiamo come Wikipedia, Twitter e molti dei servizi Google non siano fruibili in questa nazione. Infatti, WhatsApp è stata l’ultima app, tra i prodotti di Facebook, ancora disponibili nella Cina continentale. Facebook è stato bloccato in Cina già dal 2009, successivamente è tocccata la stessa sorte anche ad Instagram.

In Cina, già a metà Luglio, ci sono state le prime avvisaglie, hanno iniziato a non funzionare:

  • videochiamate e chiamate,
  • scambio di qualsiasi file (foto, video e docmenti),
  • registrazione e invio di file audio e video (da poche settimane).

Nonostante tutto le chat testuali sono rimaste attive e fruibili.

cosa è accaduto?

Il nuovo blocco ha interessato i primi utenti già a partire dal 24 Settembre. Nel giro di due giorni l’inservibilità dell’app si è fatta più palese e ha interessato quasi tutto il paese. Questo nuovo blocco ha interrotto tutti gli aspetti del servizio, compreso quello basilare di messaggisitica testuale, rendendo l’app inutilizzabile. Tuttavia potrebbero esserci ancora utenti che riescono ad utilizzare l’app, in qualche modo non raggiunti dalla censura.

L’ennesma discesa in campo del governo per arginare questi servizi si deve al fatto che queste app supportano la messaggistica crittografata. Questo strumento di crittaggio rende difficile o impossibile il controllo da parte del governo dei messaggi testuali scambiati con tali appilicazioni.

Il tutto va visto però in un’ottica più ampia. Il blocco di WhatsApp ha fatto migrare i suoi utenti verso WeChat. Servzio di messaggistica conosciuto anche da noi. Quest’app (molto diffua in China) fa capo però ad una società cinese, la Tencent. Tutto nella norma, se non fosse che quest’azienda ha spesso accettato le richieste di informazioni di dati sensibili degli utenti da parte del governo cinese (immaginiamo con annessa violazione della privacy).

Tutto questo va esattamente contro la volontà crescente dell’azienda (Facebook) di espandersi con i suoi prodotti anche nei mercai orientali come la Cina. Purtroppo anche nel 2017 la libertà sui social non va di pari passo con la libertà nella vita reale.

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