I metodi per acquistare un dispositivo non ufficialmente disponibile in Italia sono principalmente tre:
- Trovare uno store che spedisca nel nostro paese
- Comprarlo in uno degli stati in cui è in vendita (di persona o facendolo spedire ad un conoscente che viva in loco e che abbia quindi un indirizzo valido)
- Attraverso un servizio di mail forwarding
Il primo caso non si applica ai Google Pixel, in quanto nessuno store in Germania e Regno Unito (unici due paesi europei in cui è in vendita) spedisce in Italia. Nel caso invece in cui abbiate la possibilità di fare un bel viaggetto oppure di farlo spedire ad un amico che vive lì, buon per voi, non avete bisogno di alcun aiuto. :) Per cui concentriamoci sulla terza (e per molti unica) possibilità: il mail forwarding.
IL MAIL FORWARDING
Questo genere di servizio è molto in voga tra chi è solito acquistare merce dell’estero che non riuscirebbe a reperire in Italia, e si basa su un concetto molto semplice. I siti che offrono tali prestazioni infatti mettono a disposizione dell’utente un indirizzo nel paese in cui va effettuato l’acquisto (es. Inghilterra) o addirittura lo acquistano al suo posto, ricevono il pacco e infine lo inoltrano al destinatario finale, ovviamente previo il pagamento di una piccola cifra per il servizio. Si tratta di un metodo molto usato anche nell’ambito del mercato smartphone (qualcuno ha detto Nexus 4?) ma che stavolta sta trovando qualche ostacolo in più. Per quanto riguarda il mercato europeo infatti i Google Pixel sim-free sono disponibili ufficialmente presso pochi e selezionati store in Germania e Regno Unito: i rispettivi Google Store ovviamente, con l’aggiunta di Carphone Warehouse e PcWorld per i britannici e T-Mobile per i tedeschi.
I problemi iniziano quando, in seguito alla solita ondata di acquisti dall’estero con vari metodi, Big G comincia ad applicare controlli restrittivi sugli ordini: sono molti infatti gli utenti che hanno creato un account Google nel Regno Unito o in Germania per poter acquistare un Pixel e che si sono ritrovati l’ordine annullato in quanto considerato ad “alto rischio”, probabilmente a causa della combo nuovo account + carta di credito italiana. Poco male, possiamo sempre tentare su qualche altro store, giusto? Sbagliato. Carphone Warehouse e soci non accettano carte di credito straniere, per cui anche l’acquisto tramite mail forwarding non è possibile in questo caso.
IL PERSONAL SHOPPER
Alcuni siti specializzati però offrono un’ulteriore possibilità che aiuta a superare questi ostacoli, ovvero il personal shopper: in pratica si segnala al sito il link dove acquistare il prodotto desiderato e sono loro stessi ad occuparsi di tutto e recapitarlo poi al destinatario, previo pagamento dell’importo dovuto e della commissione per i servizi resi. Abbiamo raggiunto uno dei siti più rinomati che si occupa di mail forwarding nel Regno Unito e abbiamo richiesto informazioni per acquistare un Google Pixel da Carphone Warehouse e/o Google Store tramite il personal shopper, in modo da aggirare i vari problemi con le carte di credito. Purtroppo anche in questo caso il responso non è stato dei migliori:
Carphone Warehouse does not deliver goods to forwarding companies. That is their company policy. There is nothing that we can do about that. We will not be able to place order with this company. About Google Store, I am sorry, but we have had so many requests from our customers that Google does not accept anymore orders from us. Apologies, but we will not be able to assist on this occasion.
In breve, Carphone Warehouse è organizzato per non spedire merce a questo genere di aziende e non consente loro di effettuare ordini. Per quanto riguarda il Google Store, il servizio di mail forwarding ha avuto talmente tante richieste dai suoi clienti che adesso Google non accetta più ordini da loro. Una situazione simile è inoltre riscontrabile anche in Germania. Di male in peggio.
Cosa rimane da fare a questo punto? Tentare e sperare che l’ordine non venga annullato è una possibilità. Aspettare il 2017 è un’altra. Oppure guardare oltreoceano ad esempio. Con tutta probabilità il Google Store USA rispetterà la stessa politica degli altri, ma è sempre possibile provare con Verizon, T-Mobile USA o Best Buy (e presto anche AT&T), per quanto tra cambio Euro-Dollaro, dazi doganali e commissione per il mail forwarding, le cose si fanno meno convenienti che in Europa. In ultimo, è possibile virare sugli annunci online: i primi Google Pixel sono già comparsi sulle varie piattaforme di vendita dell’usato e sui mercatini dei forum, alcuni a prezzi onesti e (molti) altri a cifre esagerate. Bisogna quindi essere pazienti e cercare l’occasione giusta.
Tempi duri insomma, per chi ha deciso di investire il suo capitale nell’ultimo device di casa Google e non riesce a farlo. E voi? Qualcuno ha approfittato di amici e parenti o di un viaggio per acquistare il nuovo Google Pixel o è riuscito ad averlo tramite altre vie? Fateci sapere la vostra esperienza.