Lo scorso anno BigG ha iniziato un programma chiamato “Work With Nest” che permette a Nest di comunicare con molti dei dispositivi digitali dedicati alla domotica. Lo scopo è quello di rendere il suo prodotto un punto focale all’interno della casa, una sorta di centro di controllo. Per esempio, se utilizzaste le lampadine Philips Hues, potreste collegarle ad termostato, che è in grado di rilevare la presenza di una persona nell’abitazione, e settarle in modo da accendersi/spegnersi quando qualcuno entra o esce dall’abitazione, o, permettere al termostato di spegnere le eventuali luci che vi siete scordati accese mentre uscivate.
Con l’annuncio di Brillo e Weave all I/O 2015, Google ha deciso di fare un passo avanti in quello che è il mondo dell’IoT, e Nest sarà fra i primi a sfruttare le possibilità di comunicazioni che il nuovo OS di BigG permette di avere. Già alcune aziende hanno aderito al progetto di Google, pensate ad esempio le lavatrici Whirlpool, che grazie al programma “Work With Nest”, possono capire se siete o no in casa, e avviare differenti opzioni di lavaggio a seconda dei casi.
Grazie all’impegno di Google, vedremo sempre più oggetti dedicati alla domotica entrare nelle nostre vite e, tramite il layer Weave, comunicare fra loro come entità separate. La developer preview di Brillo sarà disponibile a partire dal Q3 di quest’anno, dunque i primi prodotti si suppone saranno posti in commercio a partire dal prossimo Gennaio.
Detto questo, la società di Mountain View ha ancora qualche ostacolo da affrontare, primo fra tutti, la programmazione. I consumatori stentano ad acquistare questo tipo di oggetti perché, per poter essere sfruttati al meglio, richiedono impegno. Noi siamo fiduciosi, e voi?